TERZO SETTORE

L'espressione terzo settore identifica quegli enti che operano e si collocano in determinati settori, ma non riconducibili né al Mercato né allo Stato; esso è una realtà sociale, economica e culturale in continua evoluzione.

Storia

Una prima definizione si ritrova in Europa a partire dalla metà degli anni settanta del XX secolo; fu usata per la prima volta nel rapporto Un progetto per l'Europa in ambito comunitario nel 1978 assegnando al Terzo settore una posizione che lo separa concettualmente dallo Stato e dal Mercato, favorendo l'equiparazione dei tre settori a livello di società complessiva. È anche un fenomeno economico (non un insieme di forme organizzative extra-economiche, come inizialmente sostenuto). Le organizzazioni del Terzo Settore forniscono al benessere della società un contributo non inferiore, anche se di natura diversa, da quello di Stato e Mercato.

Le ricerche basate su questo concetto si sviluppano soprattutto a partire dagli anni della "crisi del welfare". Lo svantaggio dell'inquadratura data dal termine Terzo Settore sta nella tendenza a “nascondere” la sfera informale, il mondo vitale, la partecipazione civile che ha spesso rappresentato la spinta per la nascita di organizzazioni all'interno del settore.

In Italia il termine si è diffuso verso la fine degli anni ottanta e, anche se non tipico del nostro contesto culturale, ha convogliato su di sé l'interesse degli studiosi che si occupano delle organizzazioni non profit (ONP). Proprio il tema del non profit fu oggetto dei primi studi da parte degli economisti, volti a individuare classificazioni di questo fenomeno, a conferirgli una piena dignità nell'analisi economica, a studiarne il ruolo all'interno del sistema di Welfare.

Contemporaneamente viene formulato un approccio sociologico, e ulteriormente approfondito l'approccio economico.Entrambi utilizzano il termine per indicare pratiche e soggetti organizzativi di natura privata ma volti alla produzione di beni e servizi a valenza pubblica o collettiva. Con l'approccio sociologico si evidenzia la valenza espressiva e l'orientamento altruistico delle relazioni che si instaurano all'interno del TS implicando un coinvolgimento personale degli attori. Le indagini sociologiche mirano a individuare gli aspetti di natura motivazionale, culturale, valoriale ed etica dell'agire volontario nelle organizzazioni non profit. L'approccio economico sottolinea la partecipazione alla determinazione del benessere collettivo distinta da quella offerta dal Mercato essendo priva di fini lucrativi. Gli studi economici indagano sul contributo dato dal TS all'economia del Paese, soprattutto ma non soltanto, in termini di servizi di cura e accudimento delle fasce deboli della popolazione. Si analizzano le fonti di finanziamento delle ONP ed i flussi economico-finanziari intercorrenti tra queste e gli enti pubblici.

Caratteristiche

Il terzo settore si compone di soggetti organizzativi di natura privata che, senza scopo di lucro, perseguono finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale promuovendo e realizzando attività di interesse generale mediante forme di azione volontaria e gratuita o di mutualità o di produzione e scambio di beni e servizi.

Rientrano quindi tra gli enti del terzo settore realtà che, negli anni, sono state disciplinate da speciali Leggi, quali, ad esempio:

  • associazioni di volontariato (Legge 266/1991);
  • cooperative sociali (Legge 381/1991);
  • associazioni di volontariato di protezione civile (Legge 225/1992, art. 18);
  • associazioni di promozione sociale (Legge 383/2000);
  • associazioni sportive dilettantistiche (Legge n. 398/1991, art. 90 della legge 289/2002);
  • associazioni dei consumatori e degli utenti (D. Lgs. 206/2005);
  • società di mutuo soccorso (Legge 3818/1886 e s.s.m.: DL 179/2012, art. 23);
  • organizzazioni non governative (ONG) (Legge 49/87; Legge 125/2014, art. 26);
  • impresa sociale (ex D. Lgs 155/2006, ora Legge 106/2016, art.6).

Si tratta, in sintesi, di enti che fanno della partecipazione e della cittadinanza attiva il proprio elemento distintivo e identitario, perseguendo l'interesse generale inteso come quelle attività che sono funzionali all'attuazione di quanto previsto dall'art. 3 comma 2 della Costituzione (rimozione degli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana). Il terzo settore non è quindi riconducibile:

  • né al solo welfare, poiché gli enti operano in molti altri ambiti (dalla cultura all'ambiente ai beni comuni etc…);
  • né all'erogazione di servizi, poiché sono altrettanto rilevanti e numerose le attività di advocacy;
  • né a soli termini economici, sia perché molte attività di interesse generale non sono riconducibili ad un valore economico, sia perché – in ogni caso – il riscontro economico è semplicemente una conseguenza, ma non certo una finalità, delle attività degli enti.

La legge delega n. 106/2016[modifica | modifica wikitesto]

La legislazione italiana ha recentemente disciplinato il terzo settore dandone una definizione giuridica. All'art. 1 comma 1 della Legge 106 del 6 giugno 2016 ("Delega al Governo per la riforma del Terzo settore, dell'impresa sociale e per la disciplina del servizio civile universale"), si legge: "Per Terzo settore si intende il complesso degli enti privati costituiti per il perseguimento, senza scopo di lucro, di finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale e che, in attuazione del principio di sussidiarietà e in coerenza con i rispettivi statuti o atti costitutivi, promuovono e realizzano attività di interesse generale mediante forme di azione volontaria e gratuita o di mutualità o di produzione e scambio di beni e servizi". Pertanto i criteri cui ottemperare affinché un ente possa essere annoverato nel terzo settore sono:

  • avere natura giuridica privata;
  • assenza di scopo di lucro;
  • disporre di statuto o atto costitutivo;
  • perseguimento di finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale;
  • attuazione del principio di sussidiarietà;
  • promozione e realizzazione di attività di interesse generale;
  • ricorso a forme di azione volontaria e gratuita o di mutualità o di produzione e scambio di beni e servizi.

La Legge 106/2016 prevede inoltre che entro 12 mesi dalla sua approvazione vengano emanati dei Decreti Legislativi che più specificamente intervengano su:

  • Revisione del titolo II del libro primo del codice civile (in particolare, la semplificazione delle procedure per gli enti al fine di ottenere la personalità giuridica) (art. 3);
  • Riordino e revisione della disciplina del terzo settore e codice del terzo settore (art. 4);
  • Riforma dell'impresa sociale (art. 6);
  • Revisione delle modalità di vigilanza, monitoraggio e controllo (art. 7);
  • Definizione di misure fiscali e di sostegno economico (art. 9).

La legge delega esplicita poi quali sono i soggetti che non fanno parte del terzo settore: "Non fanno parte del Terzo settore le formazioni e le associazioni politiche, i sindacati, le associazioni professionali e di rappresentanza di categorie economiche. Alle fondazioni bancarie, in quanto enti che concorrono al perseguimento delle finalità della presente legge, non si applicano le disposizioni contenute in essa e nei relativi decreti attuativi".

In sintesi, per poter essere considerato di terzo settore, a un ente non basta essere una organizzazione non a scopo di lucro, ma deve ottemperare a ulteriori e più stringenti criteri.

Il decreto legislativo n. 117/2017[modifica | modifica wikitesto]

La disciplina organica è stata emanata dal Governo con il D.lgs. n. 117/2017 ("Codice del Terzo settore, a norma dell'articolo 1, comma 2, lettera b), della legge 6 giugno 2016, n. 106") il quale decreto ha contribuito a definire e semplificare la materia in un totale di 104 articoli.

Il decreto in questione ha fissato le regole comuni per gli enti del terzo settore, salvaguardando nell'ordinamento le forme di organizzazione già tipizzate; restano pertanto presenti nell'ordinamento italiano le organizzazioni di volontariato (OdV) e le associazioni di promozione sociale (APS), sebbene con caratteristiche lievemente modificate rispetto all'impostazione delle leggi istitutive (rispettivamente la L. 266/1991 e la L. 383/2000, ora definitivamente abrogate).

Il Codice stabilisce regole più semplici per il riconoscimento della personalità giuridica di associazioni e fondazioni, richiama la legge istitutiva delle società di mutuo soccorso pur agevolando la trasformazione di queste nella nuova tipologia di "enti del terzo settore" (ETS).

Il decreto ha inoltre abolito la qualifica fiscale di "Onlus" (e il relativo acronimo).

Il Codice del Terzo Settore ha poi stabilito un periodo transitorio (che durerà fino all'entrata in vigore dei decreti ministeriali attuativi) in cui continueranno ad applicarsi le regole previgenti.


 

forumterzo

 

Il Forum Nazionale del Terzo Settore è parte sociale riconosciuta.

Si è ufficialmente costituito il 19 giugno 1997.

Ad ottobre 2017 il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha reso noto che il Forum Nazionale del Terzo Settore, a conclusione della procedura di avviso pubblico per l’attuazione degli articoli 59 e 64 del Codice del Terzo Settore, è risultato essere l’associazione di enti del Terzo settore maggiormente rappresentativa sul territorio nazionale, in ragione del numero degli enti aderenti. Qui il documento ufficiale del Ministero 1027 Ministero del Lavoro.

Rappresenta 87 organizzazioni nazionali di secondo e terzo livello – per un totale di oltre 141.000 sedi territoriali – che operano negli ambiti del Volontariato, dell’Associazionismo, della Cooperazione Sociale, della Solidarietà Internazionale, della Finanza Etica, del Commercio Equo e Solidale del nostro Paese.

Il Forum del Terzo Settore ha quale obiettivo principale la valorizzazione delle attività e delle esperienze che le cittadine e i cittadini autonomamente organizzati attuano sul territorio per migliorare la qualità della vita, delle comunità,attraverso percorsi, anche innovativi, basati su equità, giustizia sociale, sussidiarietà e sviluppo sostenibile.

principali compiti :

  • la rappresentanza sociale e politica nei confronti di Governo ed Istituzioni;
  • il Coordinamento e il sostegno alle reti interassociative;
  • la Comunicazione di valori, progetti e istanze delle realtà organizzate del Terzo Settore.

Sulla base di un patto coerente con quello nazionale si sono costituiti 20 Forum regionali, numerosi Forum provinciali e locali cui aderiscono le realtà della società civile che operano a livello territoriale.

Storia

Benché costituito formalmente il 19 giugno 1997, l’idea di costituire il Forum del Terzo Settore prese le mosse dalla manifestazione “La solidarietà non è un lusso” svolta il 28 ottobre 1994 a Roma e che vide la partecipazione di diverse migliaia di persone.

Tra i principali passaggi si segnalano:

Il 18/04/1998 viene firmato a Padova il “Patto per la solidarietà” un Protocollo di Intesa tra il Forum Terzo Settore e il Governo guidato da Romano Prodi.

Il 12/02/1999 viene firmato a Roma Intesa tra il Forum Terzo Settore e il Governo guidato da Massimo D’Alema il Protocollo d’Intesa che integra il Patto sociale per lo sviluppo e l’occupazione.

Nel 2001 il CNEL vede l’ingresso di rappresentanti del Terzo settore.

Nell’ottobre del 2017, a seguito della Legge di riforma L. 106/16 e D. Lgs. 117/17, il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali con atto del 27/10/2017 ha ufficialmente riconosciuto nel Forum l’ente maggiormente rappresentativo del Terzo settore.

Negli anni si sono succeduti:

1997-2000 Portavoce: Luigi Bobba, Claudio Calvaruso, Gianfranco Marzocchi (Segretario Generale: Nuccio Iovene)

2000-2003  Portavoce: Edoardo Patriarca e Giampiero Rasimelli

2003-2006  Portavoce: Edoardo Patriarca e Giampiero Rasimelli

2006-2008  Portavoce: Maria Guidotti e Vilma Mazzocco

2009-2010  Portavoce: Andrea Olivero

2011-2013  Portavoce: Andrea Olivero

2013-2015 Portavoce: Pietro Barbieri

2015-2017 Portavoce: Pietro Barbieri

2017-2021  Portavoce: Claudia Fiaschi

2021-ad oggi  Portavoce: Vanessa Pallucchi


NORMATIVA DI RIFERIMENTO

  • L. 460/97  Riordino della disciplina tributaria degli enti non commerciali e delle organizzazioni non lucrative di utilita’  sociale.
  • L. 398/91  Disposizioni tributarie relative alle associazioni sportive dilettantistiche.
  • L. 383/2000  Disciplina delle associazioni di promozione sociale.
  • L. 675/96  Tutela delle persone e di altri soggetti rispetto al trattamento dei dati personali.
  • D.Lgs. n. 196/2003 “Codice in materia di protezione dei dati personali”.
  • D.Lgs. n. 117/2017 recante “Codice del Terzo settore a norma dell'articolo 1, comma 2, lettera b), della legge 6 giugno 2016, n. 106”.
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