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Il Ministro dello Sport, Luca Lotti: "I paralimpici punta luminosa e visibile dell'iceberg "
Il 19 Dicembre si è conclusa la premiazione degli atleti olimpici e paralimpici reduci dai Giochi Estivi di Rio de Janeiro, stamani presso il Salone d'Onore del CONI alla presenza del Ministro dello Sport, Luca Lotti, del Presidente del CONI, Giovanni Malagò e del Presidente del Comitato Italiano Paralimpico, Luca Pancalli. Erano  15 (9 atleti e 6 tecnici) i premiati paralimpici: Francesco Bocciardo e Federico Morlacchi (nuoto), Alex Zanardi, Vittorio Podestà, Luca Mazzone e Paolo Cecchetto (handbike), Assunta Legnante e Martina Caironi (atletica) e Bebe Vio (scherma). Mentre sarà assegnata la Palma d'Oro al Merito Tecnico agli allenatori Massimiliano Tosin e Luca Puce (nuoto), Fabrizio Di Somma (ciclismo), Nadia Checchini e Alessandro Kuris (atletica), Federica Berton (scherma). A fianco del presentatore, Andrea Fusco, Gigi Buffon e Francesca Porcellato.

Queste le parole del Ministro dello Sport, Luca Lotti: "Sono contento di essere oggi qui, questo non è un premio sportivo come gli altri. Sono qui per dire che c'è molto da fare per lo sport italiano, ma dietro il Ministero ci sono il CONI e il CIP, che diventando Ente Pubblico ha raggiunto un traguardo atteso da tempo. Sono qui per ribadire che il Governo ha messo a disposizione dell'impiantistica sportiva 100 milioni di euro e che sponsorizzerà tutti i grandi eventi internazionali che il Paese ospiterà, e per dire che lo sport comincia soprattutto a scuola, tra i bambini, nelle ore di educazione fisica che sono importanti. Gli atleti qui presenti sono esempio di abnegazione, sacrificio, sono la punta luminosa e visibile di un iceberg che sta sotto, fatto di uomini, donne, società che lavorano duro ogni giorno per arrivare a questi risultati".

Luca Pancalli: "Dite che dietro le premiazioni degli atleti paralimpici oggi si respira un calore particolare, rispetto agli olimpici, direi che non è così: il calore è lo stesso, siamo tutti parte di un'unica famiglia. Però è sicuro che ci conoscete tutti un po' meglio. Oggi questi ragazzi, uniti tutti da un filo rosso che è quello della sofferenza, della malattia e degli ospedali, esprimono il valore di chi non si è arreso, ma ha combattuto".

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